Forse hanno ragione i no-vax?

Lettera aperta agli organi di informazione

Sì, gentile Direttore,

forse hanno ragione i no-vax quando dicono di essere preoccupati per gli effetti a distanza dei vaccini contro la CoViD-19 ritenuti come veleni in corpo?

Però, studiando gli oltre 200 anni di storia di vaccinazioni, non risulta che qualche vaccino abbia mai provocato chissà quali effetti nocivi/indesiderati a distanza. È certo invece che per varie malattie infettive, per le quali esiste la possibilità di vaccinarsi, si possono avere, oltre gli effetti immediatamente conseguenti, gravissimi effetti avversi a distanza.

Possiamo cominciare dalla classica influenza stagionale. A parte i 6-7 mila morti/anno (tranne nell’inverno 2020), dopo 6-12 mesi dall’avvenuta guarigione, si può avere un’anemia aplastica, anticamera di leucemia.

E il fuoco di S. Antonio (Herpes zoster)? Circa due persone su 10 che hanno avuto la varicella, dopo i 50 anni di età avranno l’Herpes zoster con quei dolori, brucianti, che durano anni soprattutto a carico del sistema nervoso.

Uno sguardo al morbillo. A parte le conseguenze immediate e la mortalità dovute direttamente dalla malattia, dopo 8-10 anni si può avere una panencefalite sclerosante subacuta post-morbillosa con mortalità quasi certa. È una forma rara, ma nella mia esperienza professionale mi è capitato un caso in un paese della provincia con il decesso della piccola paziente.

In Italia sono ancora viventi circa 60 mila malati di poliomielite (malati negli anni 40 e 50 del secolo scorso, prima del vaccino anti polio Sabin). Dopo 10, 20 o 30 anni dall’inizio della paralisi muscolare, fino al 70% di questi pazienti vanno incontro alla cosiddetta sindrome post-polio, con difficoltà nella respirazione e dolori neuropatici resistenti a tutti i farmaci antidolorifici e antinfiammatori. Ricercatori dell’università dell’Insubria (Varese) stanno studiando questo grave fenomeno.

Sulla long-COVID si è detto già molto: anche nelle forme lievi, a qualunque età, nel 25% delle persone dopo oltre sei mesi dalla remissione della fase acuta si possono avere fame d’aria, artralgie, disturbi neurologici e cognitivi (disorientamento nel tempo e nello spazio, confusione mentale, disturbi della memoria …), disturbi cardiovascolari, ecc. e l’ultima, per finire, un’insufficienza renale.

 Da questi numeri deriva una sola conclusione: no, non hanno ragione i no vax!

Cordiali saluti.

Dr Mario Lizza – 085 – 4217444