Sanificazione diffusa: gravi rischi per la salute pubblica e l’ambiente

Ecco il testo di una riflessione sulla sanificazione degli ambienti inviata alla Procura nonchè al Sindaco. Segnalo anche questo articolo dell’igienista ed epidemiologo Donato Greco: “Covid e sanificazione. Siamo alle comiche igienistiche?


Egregio sig. Sindaco di Pescara,
invio alla Sua attenzione un esposto che il 24 maggio u.s. ho spedito alla Procura della Repubblica di Pescara denunciando l’abuso che si sta facendo di nebulizzare sostanze chimiche dannose per la salute delle persone e dell’ambiente in locali aperti al pubblico e/o in luoghi di lavoro. Se mi posso permettere, Lei è l’Autorità Sanitaria locale che ha tutti i poteri previsti dalle norme per ordinare la fine di questa procedura obsoleta, nociva e inutile, un’offesa alla medicina basata su prove di efficacia (Evidence Based Medicine).

Distinti saluti. Mario Lizza


Ill.mo Sig. Procuratore della Repubblica di Pescara,

l’altro ieri, venerdì 22 maggio, prima di entrare in un Iper, un addetto mi spruzza sulle mani un prodotto (presumo disinfettante) e mi fornisce dei guanti. Mi reco, poi, al grande magazzino OBI, e anche qui un addetto mi spruzza entrambe le mani con un disinfettante e mi fornisce dei guanti. Amen, penso, troverò qualche crema che mi aiuti a riparare i guasti provocati al mantello idrolipidico che normalmente protegge la cute.

Tornando, mi fermo in farmacia, in via del Circuito a Pescara. Qui, all’interno, c’è un bel cartello col nome di una ditta: questi ambienti sono stati nebulizzati con AMUCHINA concentrata. Il farmacista mi dice che l’AUSL di Pescara avrebbe imposto questa misura e che questo prodotto sta pure danneggiando le attrezzature.

           Esco, e faccio in tempo a raggiungere l’ACI in via del Circuito prima della chiusura delle 13. Qui c’è un cartello visibile anche dall’esterno, apposto sul vetro della porta d’ingresso: questi ambienti sono stati nebulizzati con OZONO. In questo cartello si cita anche la 81/08 che in nessun articolo riguardante il rischio da agenti biologici (Titolo X, artt. dal 266 al 285) fa riferimento a procedure di nebulizzazioni.

            Come tutti i prodotti di amuchina, nella formulazione è presente ipoclorito di sodio, il quale è irritante per la pelle e le mucose. Addirittura, è noto che i prodotti di amuchina non vadano utilizzati per disinfettare superfici di legno, di alluminio e zinco in quanto presentano azione potenzialmente corrosiva.

             In un opuscolo del Ministero della salute del 2015 è ben descritto che l’ozono può causare effetti irritativi alle mucose oculari e alle prime vie aeree, tosse, fenomeni bronco struttivi ed alterazione della funzionalità respiratoria. In bambini ed in giovani adulti sono state osservate riduzioni transitorie della funzionalità respiratoria.

            E poi non ci sono evidenze che l’ozono svolga una funzione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus e che conseguentemente metta al riparo dal contrarre l’infezione.

            La disinfezione/nebulizzazione dell’aria è una procedura obsoleta, che si usava fino a circa 30 anni fa negli ospedali, dove addirittura si utilizzava la formaldeide come formalina gassosa. Già dal 2004 la IARC lo sospettava, finché dal 1º gennaio 2016, la formaldeide è passata dalla classificazione di “sospettato di provocare il cancro” a “può provocare il cancro” (Regolamento (UE) N. 605/2014).

            La nebulizzazione dell’aria ai fini di ridurre cariche batteriche e microbiche è ritenuta una procedura pericolosa a seconda della sostanza usata (irritante, sensibilizzate, tossica) e ancor di più inutile: finita questa irragionevole e assurda operazione, la prima persona che rientra in questi ambienti riporterà la qualità dell’aria alla condizione precedente.

            Negli ambienti realmente a rischio di infezioni, come gli ambienti sanitari (cioè gli ambienti ospedalieri, gli studi medici o l’ambiente in cui soggiorna un malato di covid-19), è solo lì che si deve fare la sanificazione cioè una pulizia di fondo con disinfettanti.  In altri ambienti diversi da quelli sanitari, la sanificazione non va fatta, perché è sufficiente una pulizia di fondo fatta bene.

            E quello che hanno combinato, e non so se stanno continuando, con la disinfezione delle strade? Su questo il Ministero ha scritto: l’attività di sanificazione delle strade non è prevista dal DPCM, quindi non è presente la linea guida; inoltre l’utilizzo di sostanze come il cloro, dannose per l’ambiente acquatico, potrebbe rappresentare un problema dal punto di vista di tutela ambientale”. 

            Veramente qui, ill.mo sig. Procuratore, c’è un’aggressione continua alla salute di tutti i cittadini e anche degli ambienti.

            Inoltro, pertanto, questa formale denuncia perché solo lei, con la sua autorità e la sua autorevolezza può porre termine a questo attentato alla salute personale di tutti e dell’ambiente.

Mario Lizza – Società Italiana di Sanità Pubblica e Digitale (SISPeD) – Sezione Abruzzo

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